Proprio ieri la Lista 1 – COMPETENZE PER CSR BENE COMUNE (www.competenzeper- csrbenecomune.it) era intervenuta sulla complessa questione dei fringe benefit con una GUIDA che aveva l’intento di spiegare i singoli fatti e il nostro punto di vista sugli stessi. Parecchi soci ci hanno comunicato il loro apprezzamento e alcuni ci stanno facendo perve- nire osservazioni, commenti e domande, cui risponderemo a stretto giro.
Torniamo ora sul tema per informare i colleghi che, finalmente, nelle sedi parlamentari ci si inizia a porre le domande giuste in materia e, soprattutto, iniziano a pervenire le prime risposte positive.
Nelle scorse settimane il Sen. Carlo Cottarelli (già Direttore del Fondo Monetario Internazio- nale) aveva rivolto un’interrogazione parlamentare (3-00314) con la quale, prendendo spe- cificamente in esame le “evidenti ricadute anomale per i prestiti a tasso fisso” dell’attuale disciplina sui fringe benefit, chiedeva al Ministro dell’Economia se “sia consapevole dell’a- nomalia e se intenda porvi rimedio attraverso un’iniziativa legislativa in ragione del fatto che la questione è diventata particolarmente rilevante ora che i tassi di interesse stanno aumentando notevolmente”.
La recente risposta del Governo segna alcuni sviluppi positivi.
In primo luogo, si prende atto che, in periodi di tassi crescenti, l’attuale disciplina determina l’assurdo effetto di tassare valori “che non rappresentano il trattamento di favore effet- tivamente ricevuto dal dipendente (che in alcuni casi ha stipulato il mutuo, in un periodo di tassi molto bassi, alle stesse condizioni offerte alla clientela)”.
Viene pure riconosciuto che il meccanismo di legge, cioè “l’ancoraggio del beneficio al TUR (Tasso Ufficiale di Riferimento) calcolato anno per anno in costanza di contratto introduce, nei mutui a tasso fisso, un elemento di non giustificata aleatorietà” mentre, invece, “le successive variazioni del TUR dovrebbero essere irrilevanti così come lo sono per il calcolo della rata per qualunque mutuo a tasso fisso”.
Si conclude, annunciando che sono “in corso attività istruttorie finalizzate a valutare l’op- portunità di un intervento normativo volto a correggere il criterio di determinazione forfe- taria del reddito in caso di concessione di finanziamenti a tasso fisso ai dipendenti, in con- seguenza dell’aumento del tasso ufficiale di riferimento della BCE”.
Ebbene, tutto risolto o almeno in via di soluzione? Certamente no.
Gli effetti pesantemente negativi di questa disciplina illogica e incostituzionale sono si- curamente più ampi e vanno ben al di là del mondo della Banca d’Italia, essendo comuni a tanti lavoratori dipendenti italiani, non solo del settore del credito.
Ne è testimonianza l’impegno delle Confederazioni sindacali, che è espressamente richia- mato nella risposta del Governo.
Pure da evidenziare che, se gli effetti sono perversi per i mutui a tasso fisso, anche i mutui a tasso variabile, che pagano un tasso di interesse di norma costantemente superiore al TUR, subiscono una tassazione priva di presupposto.
Comunque, rimane il tema del recupero dei conguagli 2022 già effettuati e dei prelievi in corso mese per mese.
Infine, ma per noi decisiva, la necessità che venga riconosciuto che la Convenzione tra Banca d’Italia e CSR non costituisce presupposto idoneo a considerare i finanzia- menti della Cassa come fringe benefit.
Pur in presenza di questi primi parziali avanzamenti, riteniamo quindi assolutamente neces- sario che continui a svilupparsi il percorso unitario di contrasto dell’applicazione ai fi- nanziamenti CSR della disciplina sui fringe benefit che è stato avviato in sede ammini- strativa e giurisdizionale.
Si tratta di un tema serio, complesso e concretamente afflittivo per tanti soci, che, come Lista 1, ci impegniamo a seguire con la massima attenzione!