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Ultima chiamata per antiriciclaggio

Perdura un assordante silenzio sull’evoluzione di alcune funzioni della Banca e in particolare su cosa può fare nel contrasto all’illegalità economica. Almeno su quello che si sta facendo con riguardo all’antiriciclaggio è urgente un’informativa

Da quasi due anni il Sindirettivo-CIDA continua a sollevare una questione che non riceve alcuna risposta: che cosa può fare di più la Banca in termini di contrasto all’illegalità economica

Ritenendolo particolarmente importante, noi lo chiediamo, torniamo a chiederlo e… nessuno ci risponde! (leggi qui il nostro ultimo volantino, che risale all’estate scorsa).

Certo, sono stati anni di emergenza sanitaria e anche questi giorni di guerra purtroppo non sono meno drammatici, ma non vuol dire che la Banca non possa guardare avanti e – soprattutto – che non possa condividere la sua visione con i suoi dipendenti, le persone che dovrebbero concretamente realizzare gli obiettivi che l’Istituzione si dà.

Di tutto questo da un bel po’ non sappiamo più niente: del resto, il piano strategico della Bancaèrimasto fermo al 2016-2019e non si ha ancora notizia della “Conferenza quadriennale 2022-2025”, nel corso della quale – ai sensi delle Intese sindacali – “vengono illustrate le linee strategiche di intervento elaborate dall’Amministrazione sugli assetti organizzativi e tecnologici anche in relazione all’evoluzione delle attività istituzionali della Banca nel successivo quadriennio e le relative ricadute sul personale”. Sempre ai sensi delle Intese, la Conferenza avrebbe dovuto tenersi nel secondo semestre dello scorso anno… ma forse allora le idee non erano ancora mature.

Tutti gli sforzi dell’Amministrazione da un po’ di tempo a questa parte sembrano essersi concentrati sulle successive versioni del Libro bianco e sulla definizione del nuovo modello di lavoro ibrido, che in questi giorni sta finalmente entrando in vigore. Ma anche al di là della questione di “da dove” debbano lavorare i suoi dipendenti c’è quella di “che cosa” debbano fare per servire il Paese.

Secondo noi i dipendenti della Banca possono fare molto di più su vari fronti e in particolare su quello del contrasto dell’illegalità economica. Non solo perché hanno competenze che servono a questo scopo, ma anche perché fra i cittadini c’è un’attesa in questo senso che va anche oltre le tradizionali competenze della Banca (per averne ulteriore conferma basta aspettare il prossimo scandalo finanziario).

Fra i tanti temi che si potrebbero menzionare ce n’è uno che da tempo ha assunto una particolare rilevanza, quello dell’antiriciclaggio. Da anni sollecitiamo un rafforzamento degli organici dell’UIF e una completa riorganizzazione della vigilanza antiriciclaggio, tuttora affidata ad una sola (e clamorosamente sottodimensionata) Divisione del Servizio RIV, che peraltro si deve occupare anche di usura, in un mutato contesto socio-economico che vede ripetute sollecitazioni dirette alla Banca d’Italia volte a rendere più efficaci gli strumenti di contrasto, anche sul piano normativo. Sappiamo che l’Amministrazione sta da tempo lavorando a un nuovo assetto organizzativo, che tenga conto anche della prossima creazione dell’Autorità europea per l’antiriciclaggio (AMLA).

Tenendo conto anche del comprensibile interesse di molti colleghi (della Vigilanza e non solo) per le particolari opportunità di sviluppo professionale che questa riorganizzazione pone, chiediamo ora con urgenza un’informativa sulle decisioni che si stanno prendendo con riguardo all’antiriciclaggio.

Roma, 8 marzo 2022 Il Comitato di Presidenza

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