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Circolare sul lavoro ibrido: bisogna attuare a non riscrivere gli accordi!

Si è tenuto oggi l’incontro nel quale l’Amministrazione ha presentato ai Sindacati il testo che intenderebbe adottare per la circolare applicativa delle nuove disposizioni regolamentari sul lavoro agile.

Abbiamo sottolineato che la disciplina attuativa che si vorrebbe introdurre, in più punti, introduce elementi di novità (e di criticità) che non solo non erano stati discussi o disciplinati in sede negoziale, ma che a volte risultano anche in contrasto con quei principi su cui si incardina l’intero accordo relativo al lavoro ibrido.

In particolare, abbiamo osservato che:

  • non risponde al testo regolamentare stabilire a livello di circolare che l’alternanza dei giorni in presenza e a distanza debba verificarsi in un arco di tempo settimanale, considerato che sia la programmazione, sia i budget sono definiti su un arco temporale mensile (e il budget mensile, ove possibile, si può fruire anche consecutivamente, come da accordi negoziali);
  • la definizione che viene data di diritto alla disconnessione, e l’indicazione di ciò che il dipendente è o non è tenuto a fare nel periodo di disconnessione, è difforme (in quanto più stringente e vincolante) da quella negoziata coi sindacati. Abbiamo infatti concordato cosa il dipendente NON è tenuto a fare nel periodo di disconnessione e non certo cosa invece sarebbe tenuto a fare, aspetto che tra l’altro la Circolare definisce in modo decisamente vago e generico;
  • prevedere che i Capi delle Strutture e delle unità di base abbiano l’obbligo di alternarsi con i loro Vice, in modo da assicurare la presenza fisica di almeno uno dei due in ufficio, è una disposizione decisamente lontana dall’attuale impianto regolamentare, che introduce vincoli non negoziati per centinaia di colleghi, che non trovano neanche giustificazioni in alcuna disposizione normativa e che limitano moltissimo l’effettivo ricorso al lavoro agile proprio da parte di quei colleghi che sono al centro del nuovo modello di organizzazione del lavoro;
  • sono introdotti processi decisionali del tutto nuovi e più complessi, di fatto suscettibili di limitare l’estensione dei budget di giorni di lavoro agile disponibili (come, ad esempio, l’aumento dei budget mensili e annuali rispettivamente a 12 e 120 giorni, che il Capo della Struttura, da Regolamento, può disporre su proposta del Capo Divisione, dove la Circolare invece prevedrebbe che ciò possa avvenire solo “sentito il Capo Dipartimento” e “informando preventivamente i Servizi GEP e ORG”);
  • stabilire che nella programmazione si debba tenere “naturalmente conto anche degli eventuali periodi di assenza programmata dal servizio (ad es. periodi di congedo ordinario, festività soppresse, banca delle ore) già concordati con il Capo” non ha senso, in quanto non si dice “come” se ne dovrebbe tenere conto, visto che a livello negoziale è stabilito (così come in Circolare) che le assenze dal servizio non decurtano i massimali annui e mensili. Ovviamente la programmazione tiene conto delle esigenze operative: questo basta e avanza, ricordando che il collega che lavora da casa sta lavorando, e non è in ferie;
  • stabilire che al personale in staff si applicano i limiti mensili e annuali che risultano “prevalenti” all’interno della Struttura stessa introduce un concetto di “prevalenza” non discusso coi sindacati, e di difficile applicazione in molte realtà (specie nelle Filiali), dove invece si dovrebbe avere riguardo alle attività effettivamente svolte dal personale in staff per la definizione dei budget;
  • individuare una disciplina particolare per l’attività ispettiva, per tenere conto delle situazioni che impongono o consigliano di svolgere da remoto un numero di giornate superiore a quelle previste dall’ordinario massimale.

Il percorso che ha portato alla conclusione degli accordi sul lavoro agile è stato complesso e articolato. Ogni parola è stata pesata e concordata. Ogni principio è stato negoziato e definito. Ci aspettiamo, quindi, che una Circolare applicativa non abbia forza “novativa”, non introduca quindi disposizioni nuove e non modifichi quelle regole e quei principi contenuti nell’attuale testo regolamentare. Chiediamo quindi che l’Amministrazione riconsideri il testo anticipato alle organizzazioni sindacali, rivedendolo alla luce delle nostre osservazioni prima della sua entrata in vigore, rendendolo compatibile con quanto sottoscritto negli accordi negoziali.

Roma, 17 febbraio 2022

                                                                                 Il Comitato di Presidenza

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