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CSR – Votazioni del 28 aprile 2022 Parte relativa al Bilancio 2021 – Assemblea Ordinaria –  Dati a fondamento di un avallo

Già nel momento in cui riferimmo, con Comunicazione n. 6 dello scorso 3 maggio, sull’esito delle votazioni CSR del 28 aprile per la parte ‘Assemblea Straordinaria – Modifiche statutarie’, preannunciammo che avremmo fatto seguito con altra Comunicazione per riferire in ordine al Bilancio 2021 della Cassa, sottoposto (in e come ‘Assemblea Ordinaria’) alla valutazione dei soci nella stessa tornata elettorale.

          Ciò che facciamo con il presente documento, non tanto per informare (tardivamente) sull’esito di questa sezione della consultazione  – oltre 90% di voti favorevoli all’approvazione (*1) –  quanto piuttosto per chiarire o rammentare a noi stessi  aspetti significativi di un Bilancio sul quale noi soci, di norma, fideisticamente sorvoliamo.

E sorvoliamo ‘a torto’, perché una sana gestione della Cassa non è cosa che riguardi gli ‘altri’, ma noi stessi, ripercuotendosi sul nostro stesso status di dipendenti o ex dipendenti della Banca.

Aspetti e componenti della GESTIONE o BILANCIO CSR per il 2021

        Riportiamo dal volume a stampa ‘Bilancio 2021 – 119 Esercizio’ della Cassa, presentato per l’Assemblea Ordinaria dei Soci dello scorso 28 aprile,

  • da pagina 15 del volume: “Il bilancio 2021 chiude con un utile netto di circa 51,1 milioni di euro, in lieve diminuzione rispetto al livello di 53,5 milioni conseguiti dalla Cassa nell’esercizio precedente”;    e
  • dalla pagina 32 dello stesso volume:“A norma dell’art. 15 dello Statuto il Consiglio di Amministrazione, con il parere favorevole del Collegio Sindacale, propone…” di corrispondere, attingendo a quell’utile, “un dividendo unitario di € 0,45 alle 14.748.176 azioni di proprietà dei soci al 31.12.2021” (per complessivi € 6.636.679,20, corrispondenti al 12,975 di quell’utile). Alle restanti “riserve” (ordinaria, straordinaria, ROA e le altre previste in Statuto) i rimanenti 44.535.703 euro dell’utile.

Di modo che, e sempre riportando dalla pagina 23 del volume, il Valore delle azioni CSR per l’esercizio 2022 (come da art. 5 dello Statuto sociale) è costituito dal loro Valore Nominale di € 5,00 e dal Sovrapprezzo di € 37,69, per un Valore Plateale  di € 42,69. La cifra (o importo o avvaloramento) del sovrapprezzo è ottenuta “dividendo il totale delle riserve patrimoniali della Cassa (pari, dopo le assegnazioni 2021, ad € 555.858.753,84) per il numero delle azioni (14.748.176) di proprietà dei Soci al 31 dicembre 2021” (ancora, pagina 32 della Relazione).

L’UTILE di ESERCIZIO 2021, pari a 51,1 milioni di euro

. tra le componenti positive

  • dividendi e proventi simili                                           per 38,7 milioni di euro

(tra questi, i dividendi:  Banca d’Italia, per 10,2 mln di €;

 FCA, per 3,5 mln;  Eni, per 4 mln;  Enel, per 2,5 mln;

Terna, per 2,2 mln; Total, per 2 mln; Enagas, per 1,9 mln)

  • le plusvalenze da cessione/acquisto titoli                per 42,7 milioni di euro
  • il risultato netto delle altre attività e

passività finanziarie                                                 per   9,9 milioni di euro

che si identificano con il risultato (saldo) delle quote di

  OICR detenute dalla Cassa.

  (Rammentiamo che gli OICR sono Organismi di Investimento Collettivo del

   Risparmio il cui scopo è quello di investire in strumenti finanziari o altre

   attività  – sulla base di politiche predeterminate che ne determinano il grado

   del rischio –  le somme di danaro raccolte da  soggetti terzi-risparmiatori.

   Gli OICR oggi riconosciuti dal TUF sono i Fondi Comuni di Investimento

   e le Società di Investimento (SICAV a capitale variabile, e SICAF a capitale

   fisso).

. tra le componenti negative

,     il margine di interesse                          negativo per  12  milioni di euro

 anche se in miglioramento rispetto ai circa  “ – 14,3 milioni” del 2020.

(Val la pena rammentare che il margine d’interesse è dato, grossomodo, dalla

 differenza tra gli interessi attivi incassati da una Banca in relazione ai

 prestiti concessi e gli interessi passivi pagati dalla stessa Banca per

 procurarsi il danaro da prestare, e cioè il suo costo del danaro.

In valore assoluto gli interessi passivi corrisposti dalla CSR nel 2021 hanno

 registrato una flessione di 7,6 milioni di euro  <da 51,9 a 44,3>,  maggiore

per l’appunto di 2,3 milioni di euro rispetto alla flessione di 5,3 milioni

 registrata da quelli attivi, passati nell’anno da 37,6 a 32,3 milioni di euro).

  •  i costi operativi (rimasti immutati nell’anno)                  pari a 16,2 milioni di euro   
  • e imposte pagate                                                         pari a 13,3 milioni di euro    

in netta flessione, per varie causali, rispetto ai 21,6

milioni dell’esercizio precedente.

I CREDITI VERSO LA  CLIENTELA

            Pure rilevante sotto l’aspetto quantitativo per la Cassa, ma rilevantissima e motivo di rassicurazione sotto l’aspetto individuale per noi soci, la componente dei crediti verso la clientela, nella quale rientrano per l’appunto gli affidamenti di cui tutti, in relazione alle occorrenze della vita, abbiamo avuto e abbiamo la possibilità di avvalerci.

          Qui a seguire alcuni dati.

          I finanziamenti lordi verso la clientela sono passati nell’anno da 1.109 a 1.144 milioni di euro (+ 3,1%), principalmente per effetto della crescita dei mutui ipotecari.

Infatti, mentre i prestiti personali hanno subito una sia pur minima flessione (da 201 a 198 milioni di euro), i mutui ipotecari, attestandosi sui 940 milioni di euro, sono cresciuti di 37 milioni circa. E tra questi, i mutui a tasso fisso sono passati da 334 a 406 milioni mentre quelli a tasso variabile da 569 a 534 milioni. In termini di incidenza percentuale sul complesso degli affidamenti, i mutui contano per l’82,2%, i prestiti personali per il 17,4% e gli scoperti di conto per lo 0,4%.

Una curiosità, indice del ricorso al credito CSR da parte di noi tutti: nel 2021 sono stati sottoscritti 491 contratti di mutuo (2 circa per giorno lavorativo) e 1.005 prestiti chirografari (4 circa per giorno lavorativo).

Irrilevanti, rispetto al complessivo volume del credito erogato, le posizioni deteriorate, attestate a 79 mila euro.

LO  STATO  PATRIMONIALE  

La composizione dell’attivo della Cassa        pari a 5.917 milioni di euro

       (e di cui alle pagine 36 e da 71 a 84 della Relazione)                

è costituita:

  • per il 74,7% (pari a 4,42 miliardi) da attività finanziarie;
  • per il 19,3% (pari a 1,14 miliardi) da finanziamenti verso la clientela;
  • per il   4,9% da finanziamenti verso banche; e
  • per l’   1,1% da altre poste.

Importante, per noi, avere qualche informazione sulla composizione, su

quale sia il dettaglio, delle Attività Finanziarie o Portafoglio Titoli (pari a 4.420

milioni di euro), che qui riportiamo in ordine di consistenza:

  • il 53,4% (56,0% nel 2020), per € 2.360,28 mln di €, in titoli a tasso fisso;
  • il 15,4% (21,5% nel 2020), per €    680,68 mln di €, in titoli a tasso variabile;
  • (  7,6% nel 2020), per €    676,26 mln di €, in ETF (*) o Fondi;
  • il 14,5% (10,8% nel 2020), per €    640,90 mln di €, in azioni a elevato rendimento,                                                                                          

                                                                                                     tra le quali il 3% azioni BI;

  • l’    1,4% ( 4,1% nel 2020), per €      61,88 mln di €, in titoli a zero coupon.

(*) (Rammentiamo che gli ETF o Exchange Traded Fund sono ‘Fondi aperti’ a gestione passiva le cui quote sono negoziabili in Borsa come le normali azioni. Con la connotazione però che, anziché far riferimento a specifici titoli, essi replicano l’andamento e il rendimento di indici già presenti in Borsa, azionari obbligazionari o di materie prime).

            Se poi, sempre con riferimento al Portafoglio Titoli, volessimo soffermarci sull’Ente emittente, o con diversificazione geografica, vedremmo che al netto delle azioni BI :

  • il 54% del portafoglio è costituito di Titoli di Stato Italiani;
  • il 16%    “            “         “          “      di ETF e Fondi;   
  • il    15%       “            “         “          “      di Titoli di Stato zona euro;                                
  • il   6%    “            “         “          “      di Titoli di Stato sovranazionali;  
  • il 6%    “            “         “          “      di Azioni Eurozona;  e         
  • il   3%    “            “         “          “      di Azioni Italia.      

  Fra le voci del passivo  (ovviamente anch’esse di 5.917 milioni di euro)

  • la Raccolta dalla clientela,  che a fine anno si è attestata su 4.826 milioni di euro (dei quali: 3.806 c/c ordinari, 649 Time Deposit, 232 Pronti contro Termine, e 139 Altri) con un incremento del 6,2% rispetto al 2020;  e
  • il patrimonio netto  che, cresciuto significativamente grazie alla capitalizzazione degli utili degli ultimi 2 esercizi e all’incremento delle riserve,  è ora attestato su 878 milioni di euro.

   Questa la composizione del patrimonio:

     . €   73.740.880   capitale sociale (dato dalle n. 14.748.176 azioni, di € 5,00 ciascuna);

     . € 752.934.150   riserve;  ed

     . €   51.172.382   l’utile del 2021

   in una linea di continuità del rafforzamento patrimoniale della Cassa, a garanzia di tutti gli 

   azionisti, possibile solo attenendosi ai principi di una gestione solidaristica ma sempre

   oculata. 

La solidità della Cassa , e di ogni altra istituzione creditizia, sulla base degli indici o ‘ratio’ CET 1 e TCR.

            Secondo quanto riportato alla pagine 159 della Relazione, per la CSR, a fine esercizio 2021, i due indici sono risultati                                 pari al 28,05%

 a fronte di valori minimi o requisiti che la BCE ha determinato

   . per il CET 1     all’ 8,35%, e

   . per il TCR       al  12,90%

(Per meglio intendere la portata del dato rammentiamo che a prescindere dalla declinazione degli acronimi, “Common Tier Equity 1” e “Total Capital Ratio,

 .  il CET1, da considerare come rapporto tra Capitale-Patrimonio Netto di una Banca e Tutte le sue attività considerate a rischio, è per l’appunto un coefficiente patrimoniale, determinato dalla BCE, che viene convenzionalmente usato per valutare e quantificare la solidità di una Banca,    mentre

 . il TCR è un altro indicatore,  che misura anch’esso la solidità di una Banca,  ma calcolato dividendo il patrimonio di vigilanza per i crediti concessi ai clienti, ponderati per il rischio. Più questo valore è alto, più la Banca è considerata solida.

 Il rapporto in questione viene osservato per comprendere se l’Istituto di credito abbia le coperture sufficienti a restituire il denaro ricevuto dai clienti, tenuto conto che i crediti che esso Istituto ha concesso potrebbero non essere rimborsati).

          Facciamo notare in proposito che per le istituzioni creditizie oggi operanti nel Paese quei rapporti o ‘ratio’ (e cioé il CET1 e il TCR) si attestano su valori che, al meglio, spaziano fra l’11 e il 18% (tra tutte:  Intesa:  Cet1 12,8% e TCR 17,2%;   Unicredit: Cet1 11,0% e TCR 14,5%;   Credem: Cet1 13,5% e TCR 14,7%); a indiretta conferma, per l’appunto, della situazione di positiva anomalia in cui si trova il nostro Sodalizio.

L’UTILE  REGISTRATO  NEL  2021                 pari a 51.172.382 euro

       –   come è stato ripartito  –

    .  per € 27.945.678 (pari al 54,61%)   alla Riserva Perequazioni Dividendi;

    . per €   6.636.679 (pari al 12,97%)   agli Azionisti, come ‘Dividendo’;

    . per €   6.000.000 (pari all’11,73%)  alla Riserva ROA; (*)

    . per €   5.200.000 (pari al 10,16%)   alla Riserva Ordinaria;

    . per €   2.790.025 (pari al   5,45%)   alla Riserva Acquisto o rimborso azioni;

    . per €   2.800.000 (pari al   5,08%)   alla Riserva Straordinaria.

(*) Dopo l’assegnazione della somma la Riserva ROA ammonta a € 32.668.390 sui quali, nel periodo 1°.05.2022-30.04.2023 il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha proposto e l’Assemblea approvato possano essere deliberati interventi per un massimo di spesa di € 5.800 milioni.

Il VALORE E IL RENDIMENTO DELLE AZIONI CSR nel 2021

Il valore plateale delle azioni CSR nel 2021 ha registrato ben 4 incrementi, così articolati:

  • di 0,25 euro, con decorrenza 28.02.2021, a valere sull’utile 2020;
  • di 0,45 euro, con decorrenza 28.04.2021, a valere sull’utile 2019;
  • di 0,80 euro, con decorrenza 15 settembre, e
  • di 0,45 euro, con decorrenza 31 dicembre.

Di modo che il loro rendimento complessivo, considerato il dividendo corrisposto a margine dell’assemblea del 28 aprile, è stato del 4,1%; a fronte del 3,6% del 2020 e del 3,98% del 2019.

Facciamo notare incidentalmente che al momento (aprile-maggio 2021) il BTP decennale rende il 2,5% circa.

o o o

Le presenti considerazioni non pretendono di esprimere giudizi (positivi, negativi) sull’attività o gestione della Cassa nel 2021, giudizi che implicherebbero tra l’altro entrare nel merito delle politiche dei tassi, degli investimenti, delle operazioni, degli accantonamenti, del Roa.

Esse attengono invece ai risultati ‘economici’ della gestione 2021 e al conseguente stato di salute della Cassa, sempre dal punto di vista dell’equilibrio gestionale e del suo stato patrimoniale.  Garanzia per noi tutti, qualunque la veste che assumiamo nei confronti del Sodalizio: correntisti finanziatori, affidati debitori, azionisti investitoti, destinatari di interventi solidaristici o Roa.

Pur nella consapevolezza che l’esposizione avrebbe potuto assumere veste diversa, e potuto soffermarsi su ulteriori fatti gestionali, riteniamo comunque di aver contribuito a rendere accessibili a dei soci (pochi o tanti non importa) fatti gestionali CSR sui quali, in mancanza di una sollecitazione esterna, non sempre si ha il tempo o il modo di potersi soffermare. Nonostante quei fatti (gestionali) abbiano concrete ricadute nella vita concreta di noi tutti.

Roma, 25 maggio 2022

Coordinamento Pensionati Mario Pinna — Antonio Signorello

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