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Il distacco dell’Amministrazione nel trattare i problemi dei colleghi: dai fringe benefit ai livelli

Assistiamo ormai da tempo al beato distacco nelle scelte dell’Amministrazione rispetto ai problemi reali dei colleghi. Un’Amministrazione che, da un lato, auspica un ritorno del senso di appartenenza e, dall’altro, si profonde in scelte e atteggiamenti gestionali che dimostrano invece scarsa empatia per le ricadute profonde sui colleghi di tali atteggiamenti e di tali scelte.
Solo per parlare dei casi più recenti ci chiediamo come sia possibile che, a fronte di una norma tributaria rimasta quiescente per decenni (quella sulla tassazione dei fringe benefit), l’Amministrazione non solo abbia scelto la formula applicativa più penalizzante (oltre che più datata), ma non si sia minimamente preoccupata né di fornire per tempo informazioni esaurienti (che forse avrebbero evitato bagni di sangue), né di predisporre meccanismi di mitigazione per i problemi concreti e immediati che si sarebbero creati per i colleghi. Ancora più desolante, poi, è la nebulosa comunicazione “esplicativa” in calce alla busta paga, certamente degna dell’oracolo delfico, ma assolutamente priva di chiarezza e trasparenza, soprattutto sui meccanismi di calcolo e sugli importi da essi derivanti.
Ci chiediamo anche come sia possibile inviare un messaggio contenente prescrizioni sull’attribuzione e l’utilizzo dei livelli, che, oltre a creare effetti né previsti né desiderati (compatibili?) dal punto regolamentare, mortifica le scelte dei Titolari delle Strutture e delle Filiali, rischiando di mandare al terzo anno colleghi comunque già valutati positivamente.   In entrambi questi due casi, le parole giungono distaccate e asettiche, ma le conseguenze sui colleghi sono pesanti e presenti.   
Un’istituzione come la Banca d’Italia ha fondato il suo rispetto e la sua credibilità sull’integrità morale e intellettuale del suo personale, tutto. Un’integrità in cui la forza del tutto era determinata dalla forza di ciascuna sua parte.   Sempre più spesso ci sembra di assistere, invece, ad atti gestionali dove la valutazione delle ricadute sul personale quantomeno “palesa taluni margini di miglioramento”.   
Se ci sono problemi o questioni da affrontare e risolvere il nostro Sindacato è sempre stato disponibile a confrontarsi: se c’è da discutere di riforma delle carriere, di come migliorarla, di come “riformarla” c’è la nostra piena disponibilità. C’è perché pensiamo che la coesione e il senso di appartenenza siano importanti, e che si possano (meglio, si debbano) trovare soluzioni comuni e condivise.   Riteniamo però insensato e dannoso procedere sulla strada del “così è anche se non vi pare”. Distaccati o no anche gli Dei dell’Olimpo, senza gli uomini, non sono nessuno.

Roma, 1° febbraio 2023                                                            Il Comitato di Presidenza 

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