Il rapporto curato da Cida e Itinerari Previdenziali ha avuto un’ampia risonanza nei mezzi d’informazione e, seppure più cauta, nella classe politica. Il silenzio di non pochi qualificati destinatari dell’insito messaggio non ne sminuisce, peraltro, né l’importanza né le sottese finalità, ben riprese, tra gli altri, nel commento di un collega che sottoponiamo all’attenzione degli iscritti.
Pochi giorni fa, con Comunicazione n. 9, riferimmo sulla presentazione di uno ‘studio’ promosso da Cida e Itinerari Previdenziali sulla ‘Svalutazione delle pensioni in Italia negli ultimi 30 anni’; fornendo a chi fosse interessato alla lettura la possibilità di accedere al testo dell’apposito ‘Rapporto’, attraverso un rinvio che qui di nuovo riportiamo.
Sull’evento, che non abbiamo remora a definire più come ‘denuncia’ che come ‘analisi’ della gestione pensionistica nei tre passati decenni, si sono ampiamente soffermati, riferendone, tutti i mezzi della grande informazione, e soprattutto quelli che ‘su carta’ ne consentono un esame più accurato: molti periodici e quasi tutti i quotidiani. Mettendo in evidenza, ognuno, oltre ai dati più eclatanti del Rapporto (quelli sull’erosione e sulle perdite subite nel periodo dai trattamenti pensionistici soprattutto di fascia media e medio-alta), anche aspetti meno appariscenti dei provvedimenti adottati di anno in anno; meno appariscenti, ma forse e perciò stesso anche più insidiosi e alla lunga più dannosi.
Ed è proprio in questa scia che si inserisce il commento di un collega in quiescenza, affidato a un diffuso quotidiano nazionale, cui qui rinviamo; nell’auspicio che almeno uno, uno solo, dei decisori politici sui trattamenti di pensione si soffermi sul nesso, ben evidenziato nella parte finale dell’articolo, esistente tra le pluriennali manipolazioni delle modalità di perequazione dei trattamenti odierni e il montante disorientamento dei giovani di oggi, che non possono contare su riferimenti affidabili in merito ai trattamenti di pensione di domani. Inducendo un numero crescente di quei giovani, soprattutto tra i più qualificati, a proiettare al di fuori del Paese professionalità e tratti significativi della loro vita di lavoro.
Con gravi danni, nell’immediato e in prospettiva, per l’evoluzione della nostra economia.
Roma, 9 ottobre 2025
Per il COORDINAMENTO PENSIONATI
