Rinnovo degli organi della CSR Ognuno ha diritto alle proprie opinioni, ma non ai propri fatti

In vista del voto per il rinnovo degli Organi della CSR, che inizierà online il prossimo 4 aprile, la Lista 1 offre ai soci una squadra valida e competente, un programma articolato e concreto.

Dall’altra parte invece è iniziato un bombardamento di ricostruzioni fantasiose, accuse così infondate da risultare risibili, proclami tanto tonanti da apparire inverosimili a occhio nudo.

Ci è toccato leggere di formidabili perdite di bilancio. Che però hanno un difetto grande: non esistono. Le svalutazioni – e rivalutazioni – degli attivi di bilancio, senza effetti sul conto economico ma solo sulle grandezze patrimoniali, sono l’evidente effetto della tempesta in atto sui mercati. Numeri che salgono e scendono a rappresentare una fotografia finanziaria del momento, che non ha nessun effetto economico per la CSR.

Quello che invece c’è, a beneficio di tutti i soci, è una sana e prudente gestione, alla base di unrisultato di esercizio per l’anno 2022 caratterizzato da un utile di 42,5 milioni di euro. Che consentirà di pagare un dividendo di 0,90 euro per azione.

Il Total Capital Ratio è cresciuto nell’ultimo anno di ben 4 punti ed è ora attestato al 32,2 per cento. Può parlare di “gravi scompensi nelle grandezze finanziarie” solo chi non è in grado di leggere un bilancio, o è in totale malafede. È da irresponsabili creare un allarmismo ingiustificato. È grave che tali falsità, come già accaduto, possano essere veicolate sulla stampa, gettando discredito sulla Cassa e sulla Banca d’Italia.

Sui fringe benefit si calpesta la complessità della materia per tentare di gettare sulla Cassa la responsabilità dell’applicazione del prelievo tributario. Guarda caso si omette l’unico dettaglio rilevante: per la legge italiana tale responsabilità è unicamente da attribuire al sostituto d’imposta. Sostituto d’imposta che lo scorso 19 gennaio questa cosa l’ha anche scritta, portandola a conoscenza di tutti (tranne forse di quelli che scrivono i volantini per la Lista 2).

Mentre si continuano a promettere soluzioni miracolose e a lavorare su ipotesi inconcludenti (come scrivere nella Convenzione che a noi non si applica la normativa fiscale, quasi pagare le tasse fosse una facoltà e non un obbligo di legge), forse sarebbe utile informare i soci sul fatto che il tema è comune a tanti lavoratori dipendenti italiani, non solo del settore del credito, e che finalmente nelle sedi legislative ci si inizia a porre le domande giuste (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1372500).

La consiliatura che sta per chiudersi ha portato a casa molti significativi e apprezzabili risultati:

  • informatizzazione della CSR (Home Banking), prima inesistente;
  • assicurazione gratuita sui finanziamenti per il caso di morte del socio debitore, rinnovata di recente con valenza decennale;
  • rinegoziazione dei mutui, già alla seconda edizione, per adeguare il costo dei finanziamenti in relazione all’andamento dei tassi;
  • remunerazione sempre competitiva per i depositi liberi e ancor più per quelli vincolati;
  • ampliamento della gamma dei prodotti di pagamento offerti;
  • costante attenzione alle esigenze della socialità con interventi significativi, anche dal punto di vista economico, nel campo ROA e nella beneficenza.

L’impegno della Lista 1 è quello di individuare gli interventi opportuni per fare ancora meglio in futuro. Questi trovano spazio nel nostro programma, per tutte le aree in cui c’è un ragionevole margine di intervento. Fermo restando che non si può violare la normativa fiscale: strano doverlo ribadire, ma almeno noi possiamo farlo senza arrossire.

Vogliamo mettere in guardia i colleghi da chi tenta di trarre vantaggio dalla confusione. Da chi, come il SIBC, è sempre pronto a fuggire davanti alle responsabilità. Quel SIBC che in questo Consiglio di Amministrazione, come in quelli in carica nei sei anni precedenti, è stato geloso custode della Vice Presidenza (nonché della Presidenza della Commissione Crediti) e ora al grido di “ma chi, io?” prova a spacciarsi per un passante a caso.

Chi oggi è disposto a gettare discredito sulla gestione della CSR in modo falso e strumentale, e solo per rispondere a propri fini sindacali (di certo non coincidenti con il bene della CSR), evidenzia la propria totale inaffidabilità.

Per questo noi abbiamo promosso e sosteniamo la lista 1: per una CSR che continui ad essere solida e a migliorare nel servizio a soci e socie, anche per i prossimi tre anni.

CIDA                             CISL                              CGIL                  DASBI

Competenze per CSR Bene Comune                       

LA SQUADRA        IL PROGRAMMA       GUIDA AL VOTO

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