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Si parla sempre delle Filiali …

Si parla delle Filiali, si parla sempre delle Filiali, se ne parla a intervalli ciclici da vent’anni: nei volantini sindacali, nelle riflessioni fra colleghi. Ne parlano molto, purtroppo, anche quelli che proprio non le conoscono. Si sono fatti gruppi di studio, di confronto, sono state costruite basi dati ed elaborate analisi di scenario.

Ma a che punto siamo? Ancora nessuno illustra, espressamente e compiutamente, un progetto per la rete territoriale. Il rumore delle parole (anche e soprattutto di quelle sussurrate a mezza bocca dai soliti bene informati) è diventato fastidioso e dannoso per i colleghi che ci lavorano. Non offre loro un quadro chiaro: il clima di incertezza incide sulle scelte familiari e professionali soprattutto dei giovani, che non sanno se e dove prendersi casa o spostarsi, o dove sembrano esserci migliori possibilità di coniugare esigenze familiari e lavoro. Per tutti i colleghi, l’opacità delle prospettive incide inevitabilmente sulle scelte professionali e di vita.

Sulla rete territoriale, abbiamo registrato un sintetico passaggio nella Relazione del Governatore dello scorso 28 marzo: “È in fase di valutazione un progetto per continuare ad assicurare i servizi che oggi l’Istituto fornisce sul territorio attraverso una maggiore integrazione con gli uffici centrali, con aggiustamenti che non alterino in modo significativo la configurazione della rete. Le attività che beneficiano della prossimità territoriale saranno presidiate e rafforzate: dai rapporti con le comunità locali alla tutela della clientela, dal contrasto del riciclaggio all’analisi economica e all’educazione finanziaria. Verrà salvaguardata la capillarità della circolazione monetaria”.

Parole che, ancora una volta, confermano l’esistenza di un progetto, ma non ne illustrano le determinanti e gli obiettivi strategici.

Manca infatti da troppo tempo una visione strategica sul ruolo delle Filiali, che non sia il solito rimaneggiamento nel nome dell’efficienza e che sia invece un ragionamento sviluppato in una prospettiva di medio-lungo periodo.

Troppo spesso, infatti, esigenze operative contingenti hanno guidato (e continuano a guidare) revisioni degli assetti, sostituendosi a quelle che sarebbero dovute essere le scelte strategiche dell’Istituto. Il tema è questo: Perché esiste una rete territoriale dal 1893 in poi? Quale ruolo hanno le Filiali? Come rispondere in modo più ampio ed efficace alle esigenze dei territori di riferimento?

Ci siamo davvero chiesti, in quest’ottica, cosa le Filiali potrebbero fare meglio e, soprattutto, cosa potrebbero fare di più, sfruttando la loro vicinanza e la loro conoscenza dei territori, degli operatori, delle altre istituzioni locali? L’impressione è, piuttosto, che per molti dei Servizi dell’Amministrazione Centrale le Filiali siano viste soltanto come delle potenziali “sacche” di personale cui attingere aiuto in caso di bisogno, con distacchi in remoto di personale o per appaltare lavorazioni operative a “terzi”. Le Filiali spesso servono, nei fatti, a un processo di esternalizzazione di attività “non core”, come entità a cui dare scadenze e affidare compiti operativi da svolgere, senza definizione di responsabilità proprie e poteri decisionali e senza coinvolgimento nelle fasi di pianificazione e feedback sugli esiti delle attività svolte.

Questo quadro demotiva da tempo le persone che lavorano nelle Filiali, le quali faticano a stare in luoghi e processi senza una chiara mission operativa e strategica. Non serve una survey per capirlo… ma, visto che se ne fanno tante, ne vogliamo fare una specificamente dedicata a “misurare” il sentiment dei colleghi che lavorano nella rete territoriale?

Chi conosce le Filiali, chi conosce le persone, sa che vi sono tantissimi colleghi con ottime professionalità, che sono esempi di dedizione e appartenenza alla Banca d’Italia, che la rappresentano brillantemente nei vari territori di riferimento, che potrebbero ben contribuire a disimpegnare le funzioni istituzionali giovandosi della vicinanza a quei territori, a istituzioni e a persone. Questi stessi colleghi, in un contesto di organici sistematicamente e inesorabilmente flettenti (e in cui viene anche “strabicamente” domandato, non si sa sulla base di quale ragionamento, di ridurre le prestazioni straordinarie), continuano a rispondere alle richieste del territorio e dei vari servizi dell’AC: richieste crescenti in termini di impegno, spesso non coordinate tra loro, che “scaricano” sulle Direzioni locali e sulle unità di base l’onere di far quadrare i conti, di rispettare le scadenze, di continuare ad offrire un apporto ad alto valore aggiunto.

Anche su questo aspetto… a quando, finalmente, la costituzione di un’unità organizzativa che abbia la mission di coordinare TUTTE le attività e le responsabilità della rete territoriale, tenendo conto delle risorse disponibili? È possibile che le Direzioni della rete territoriale, che conoscono meglio di tutti la realtà e il valore delle filiali, non vengano coinvolte nei progetti che le riguardano? che non ci sia, ad esempio, un Comitato permanente dei Direttori? Delle Filiali dovrebbero parlare coloro che le conoscono più profondamente: le Direzioni, ORG, REV… lavorando insieme a un progetto volto a sfruttare appieno le reali potenzialità della rete territoriale. Perché non applicare il criterio del benchmarking europeo anche in questo caso? Nella Banque de France esiste addirittura un “Directorate General Services to the Economy and Branch Network Activities” per il coordinamento delle Filiali, che sono ben 95.

Invece, si continua così, con voci di corridoio e annunci criptici. Noi, ancora una volta, chiediamo di conoscere le direttrici di sviluppo del progetto che l’Amministrazione sta portando avanti ormai da anni PRIMA che vengano prese decisioni che avranno ricadute sugli assetti della Banca e, soprattutto, sulle persone.

Chiediamo quindi che su questo importante snodo strategico si discuta apertamente e non si resti in questo clima nebbioso ad attendere che vengano sottoposte decisioni (non si sa neanche predisposte da chi) al Vertice del nostro Istituto. Le scelte non devono essere calate dall’alto, anche con il rischio che siano state pensate da chi le Filiali neppure le ha mai viste.

Roma, 23 maggio 2024

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